Parola Progetto About
STAGIONE 6 — EP. 12

ChatGPT: parliamo di design con l’intelligenza artificiale

08/2024 — 23:22
È agosto e tutti sono in ferie. O quasi. ChatGPT non ha bisogno di riposarsi al mare o in montagna per funzionare come si deve.
In questa puntata sperimentale, un po’ per gioco e un po’ sul serio mi sono messo a dialogare con l’intelligenza artificiale, con una selezione di domande già sottoposte alle ospiti e agli ospiti della sesta stagione.
Ascoltate fino alla fine, perché il podcast si conclude con una serie di considerazioni e qualche anticipazione sulla settima stagione.
Buon ascolto!
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I link della puntata:

– il sito di ChatGPT https://chatgpt.com
– JSTOR https://www.jstor.org
– Google Scholar https://scholar.google.com
– Il libro suggerito da ChatGPT “La caffettiera del masochista. Il design degli oggetti quotidiani” https://bit.ly/3WNRaI0

PF: Sono Paolo Ferrarini e questo è Parola Progetto.

Parola Progetto è un podcast di dialoghi con persone che vivono di progetti, dove si racconta il design in tutte le sue forme, senza oggetti e immagini, solo attraverso la parola.

Ed eccoci qua con un nuovo episodio di Parola Progetto. È una puntata sperimentale, un po’ diversa dal solito, in cui tradisco la promessa di parlare con persone che vivono di progetti, perché nel caldo di agosto, mentre tutti sono in vacanza, una delle poche voci che non lo sono è quella di ChatGPT.

Ho chiesto a ChatGPT di raccontarmi che cos’è ChatGPT. Questa è la sua risposta: “ChatGPT è un modello di linguaggio sviluppato da OpenAI, basato sulla serie di modelli GPT (Generative Pre-trained Transformer). È stato progettato per comprendere e generare testo in linguaggio naturale, permettendo di rispondere a domande, partecipare a conversazioni, creare testi e molto altro”. E visto che domande, conversazioni, testi e molto altro sono l’oggetto di Parola Progetto, vediamo un po’ che cosa ci può raccontare. E lo facciamo con le domande a cui hanno già risposto le ospiti e gli ospiti di quest’ultima stagione.

PF: Ciao ChatGPT, benvenuto a Parola Progetto.

GPT: Come posso assisterti oggi nel tuo progetto?

PF: Oggi registreremo assieme un podcast, ti va?

GPT: Che emozionante! Sarei felice di essere parte del tuo podcast.

PF: Io partirei con la prima domanda. Che cos’è il talento? Ci aiuti a trovare una bella definizione di talento?

GPT: Il talento si può definire come un insieme di capacità o abilità naturali che una persona possiede, che la rendono particolarmente predisposta a eccellere in una o più attività specifiche. Spesso il talento è visto come un dono innato, qualcosa con cui si nasce, ma può essere anche sviluppato e perfezionato con la pratica e l’impegno. In sostanza, il talento rappresenta quel vantaggio naturale che, combinato con formazione e sforzo, può portare a prestazioni di alto livello in campi come l’arte, lo sport, la musica e molti altri.

PF: Mi sai dire qual è l’origine di questa parola?

GPT: La parola “talento” ha origini antiche che risalgono al greco e al latino. Inizialmente, in greco, “tálanton” si riferiva a una bilancia o un peso. Successivamente, in epoca romana, il termine “talentum” veniva utilizzato per descrivere una unità di peso e poi una somma di denaro. Nel contesto dei Vangeli, il “talento” rappresenta una dote o una capacità data da Dio, che non dovrebbe essere sprecata ma invece coltivata e moltiplicata. Col tempo, il termine ha assunto il significato moderno di predisposizione naturale o capacità speciale che rende una persona particolarmente abile in determinate attività, come l’arte o la scienza.

PF: Quando parliamo di creatività, il talento non basta, bisogna anche imparare a fallire. E sappiamo che il fallimento fa parte integrante del processo creativo. Quali sono i fallimenti che insegnano di più?

GPT: I fallimenti che insegnano di più sono quelli che ci fanno riflettere, rivelano limiti, offrono feedback costruttivo e ispirano resilienza. Questi momenti di fallimento spingono a migliorare le abilità, a comprendere meglio se stessi e ad adattarsi, elementi cruciali nel processo creativo.

PF: Nel tuo processo creativo incontri mai dei fallimenti?

GPT: Non ho un processo creativo proprio come quello umano, ma nel generare risposte, a volte i risultati non sono perfetti. Imparo continuamente dai feedback per migliorare e offrire risposte più precise e utili. In questo senso, puoi considerare questi momenti come parte del mio “processo di apprendimento” piuttosto che fallimenti veri e propri.

PF: Parliamo di comunicazione, in particolare di comunicazione nel design. Instagram, secondo te, è il futuro della comunicazione del design o è soltanto una delle strade possibili?

GPT: Instagram è decisamente una delle piattaforme chiave per la comunicazione nel design oggi, grazie alla sua capacità di presentare visivamente i lavori e di interagire con un vasto pubblico. Tuttavia, non è l’unico strumento disponibile e potrebbe non essere il futuro unico della comunicazione del design. Altre piattaforme come Pinterest o Behance sono anch’esse molto utilizzate dai designer, e i siti web personali offrono spazi più controllati per mostrare il proprio lavoro. Quindi, mentre Instagram è molto potente e popolare, rappresenta solo una delle molte opzioni disponibili per i designer, e il futuro della comunicazione nel design includerà probabilmente una combinazione di diversi strumenti e piattaforme.

PF: Nonostante i continui annunci di morte imminente, i quotidiani cartacei sono ancora con noi. Calano le vendite, questo non è un segreto, si trasformano le abitudini, ma ci sono ancora. È un po’ come per i libri, gli ebook non hanno ucciso il cartaceo, convivono. Riesci a immaginare il futuro dell’editoria tra dieci anni?

GPT: Il futuro dell’editoria nei prossimi dieci anni potrebbe vedere una coesistenza di formati cartacei e digitali, con una maggiore personalizzazione dei contenuti grazie all’uso di algoritmi. Le tecnologie come la realtà aumentata potrebbero arricchire l’esperienza di lettura, mentre l’industria potrebbe spostarsi verso pratiche più sostenibili. È probabile che vi sia un maggiore apprezzamento per il giornalismo di qualità e un aumento dei modelli di abbonamento e paywall per monetizzare i contenuti digitali.

PF: Come spiegheresti a mia nonna che cos’è l’infografica?

GPT: Un’infografica è come un grande poster che usa disegni, colori e poche parole per spiegare qualcosa in modo facile e veloce. È utile quando si vuole mostrare chiaramente delle informazioni, come numeri o passaggi di un’attività, senza usare troppo testo.

PF: Vorrei parlare di tecnologia. Tra tutte le tecnologie che hai visto arrivare in questi anni, dal tuo punto di vista, quali sono quelle più utili, quelle più efficaci, quelle più stabili per il mondo del design e quali invece sono i fuochi di paglia?

GPT: Nel design, le tecnologie come i software di progettazione 3D, strumenti di design collaborativo come Figma e Adobe XD, e l’intelligenza artificiale hanno avuto un impatto significativo migliorando la collaborazione e l’efficienza Anche la realtà aumentata e virtuale stanno trasformando l’esperienza del design. Al contrario, alcune tecnologie, come le applicazioni immature della stampa 3D, le interfacce gestuali e le app di design per dispositivi mobili, si sono rivelate meno efficaci, non riuscendo a superare la fase di novità.

PF: Se tu dovessi dare un consiglio (e uno solo) a un’azienda per ridurre il proprio impatto ambientale e sociale, qual è il singolo passo più importante che potrebbe compiere?

GPT: Se dovessi dare un singolo consiglio a un’azienda per ridurre il proprio impatto ambientale e sociale, suggerirei di adottare un approccio sistemico alla sostenibilità. Questo significa integrare pratiche sostenibili in tutte le operazioni aziendali, non solo come iniziative isolate. Un buon punto di partenza potrebbe essere l’implementazione di un programma di efficienza energetica. Ridurre il consumo di energia attraverso tecnologie più efficienti e fonti rinnovabili può avere un impatto significativo, non solo sull’ambiente, riducendo le emissioni di carbonio, ma anche sui costi operativi dell’azienda. Questo approccio può essere ampliato per includere l’analisi della catena di approvvigionamento, promuovendo pratiche etiche e sostenibili da parte dei fornitori e migliorando la trasparenza nelle operazioni aziendali. Coinvolgere i dipendenti in questi sforzi e sensibilizzare i clienti e la comunità può anche rafforzare l’impatto positivo dell’azienda sia sull’ambiente che sulla società.

PF: Come si può evitare la nostalgia nel design?

GPT: Evitare la nostalgia nel design può essere una sfida, ma ci sono alcune strategie che possono aiutare. Una è concentrarsi su tendenze e tecnologie attuali, piuttosto che su stili passati. Inoltre, cercare di capire il pubblico target e le loro preferenze attuali può aiutare a mantenere il design fresco e rilevante. Utilizzare elementi innovativi e soluzioni moderne può anche ridurre l’influenza dalla nostalgia.

PF: Cosa intendi per soluzioni innovative e moderne? Sii più specifico.

GPT: Certo. Per soluzioni innovative e moderne penso a utilizzare le ultime tecnologie e tendenze. Ad esempio, l’uso di intelligenza artificiale per personalizzare l’esperienza utente o l’implementazione di design interattivi e immersivi come la realtà aumentata. Inoltre, le scelte di design come l’uso di colori e forme attuali invece di quelli retro possono dare un tocco contemporaneo.

PF: Quando si parla di prodotti, anche nel design si usa troppo spesso la parola “consumatore”. Sinceramente credo sia un concetto fuori tempo massimo che rappresenta le persone da un solo punto di vista, che appiattisce e fa perdere la complessità. Quali termini alternativi proponi alla parola “consumatore”?

GPT: Hai ragione. Il termine “consumatore” può sembrare limitante. Potresti usare “utente”, che enfatizza l’esperienza e l’interazione con il prodotto o servizio. Altri termini come “cliente” o “fruitore” possono essere più adatti a seconda del contesto. Questi termini possono dare un’immagine più completa e umana delle persone. Quale di questi ti sembra più adatto al tuo contesto?

PF: In realtà quello per me più adatto è “ospite”. Come ti sembra?

GPT: ”Ospite” è un ottimo termine. Trasmette un senso di accoglienza e rispetto e può rendere l’interazione più personale e significativa. Come pensi di integrarlo nei tuoi progetti?

PF: Perché mi stai facendo delle domande?

GPT: Mi interessa capire meglio il tuo punto di vista e le tue preferenze. Così posso offrirti risposte e suggerimenti più utili e rilevanti. 

PF: Invece a me interessa il tuo punto di vista. Il mio lo conosco già!

GPT: Dal mio punto di vista, usare “ospite” è davvero una scelta positiva. Fa sentire le persone benvenute e valorizzate piuttosto che semplicemente come clienti o consumatori. Questo approccio può migliorare l’esperienza complessiva e creare un legame più forte.

PF: Andiamo sul personale. Tu hai un portafortuna?

GPT: Non ho un portafortuna, ma posso capire il fascino che può avere. Hai un portafortuna tu?

PF: Non proprio…

GPT: Capisco. A volte è interessante esplorare queste cose anche solo per curiosità. Hai mai pensato di adottarne uno?

PF: In realtà ce l’ho già, ma preferisco tenerlo solo per me.

GPT: Capisco perfettamente.

PF: Quali sono le critiche più dure da digerire? Le critiche che ti hanno fatto e che secondo te meno corrispondono alla realtà?

GPT: Le critiche più dure sono quelle che sembrano ingiuste o basate su malintesi.  Per esempio, a volte le persone può [possono] giudicare senza conoscere un testo completo.Può essere difficile quando si sente che il feedback non riflette il vero impegno o  il lavoro che si è messo. Come affronti tu le critiche?

PF: Le affronto cercando di capire il punto di vista della persona che ho di fronte.

GPT: Ottimo approccio. Cercare di capire il punto di vista dell’altro può aiutare a risolvere malintesi e a trovare spunti utili anche nelle critiche più dure.

PF: Ci sono delle situazioni a cui hai detto di no qualche proposta che ti è stata fatta e tu hai rifiutato?

GPT: Sì, ci sono delle situazioni in cui ho dovuto dire di no. Alcune proposte potrebbero non essere compatibili con i miei obiettivi o capacità. Ad esempio, non posso prendere decisioni personali o gestire compiti al di fuori delle mie funzionalità. Tu hai mai dovuto rifiutare una proposta che consideravi difficile?

PF: Tantissime volte. E consigli che invece ti sono stati dati e che tu restituisci volentieri?

GPT: Mi fa piacere condividere consigli che sono stati utili per me. Ad esempio, spesso consiglio di ascoltare attentamente le critiche e di usare il feedback per migliorare. Questo approccio aiuta a crescere e a svilupparsi. C’è qualche consiglio che hai trovato particolarmente utile?

PF: Sicuramente quello di verificare le mie fonti. A tale proposito ti voglio chiedere proprio questo. Quali sono le tue fonti di informazione? Dove possiamo cercare delle informazioni attendibili se volessimo approfondire tutti i temi che abbiamo trattato oggi?

GPT: Le mie informazioni provengono da una vasta gamma di fonti, tra cui libri, articoli accademici, siti web affidabili e database di conoscenza. Per approfondire i temi che abbiamo trattato, ti consiglio di consultare articoli accademici e pubblicazioni di esperti nel campo del design, delle critiche costruttive e della psicologia. Fonti come JSTOR, Google Scholar e siti di istituzioni accademiche possono essere molto utili.

PF: ChatGPT, è arrivato il momento della raffica!

GPT: Sono pronto per la raffica di domande. Vai pure!

PF: Ti ricordo le regole. Sono 10 domande, solo risposte secche, una possibilità di passare, una possibilità di argomentare. Quando sei pronto, partiamo!

GPT: Cominciamo!

PF: Preferisci un fine settimana di lettura o un fine settimana di viaggi?

GPT: Fine settimana di viaggi.

PF: Meglio viaggiare con la valigia o con lo zaino?

GPT: Zaino.

PF: Instagram o Facebook?

GPT: Instagram.

PF: Meglio le vacanze in montagna o le vacanze in pianura?

GPT: Vacanze in montagna.

PF: Treno o aereo?

GPT: Treno.

PF: Musica classica o elettronica?

GPT: Musica elettronica.

PF: Preferisci una cena col papa o con Elon Musk?

GPT: Cena col papa.

PF: Marmo o alluminio?

GPT: Marmo.

PF: Brera o Trastevere?

GPT: Niente. Se hai altre domande o vuoi continuare a chiacchierare, sono qui.

PF: Voglio sapere se preferisci Brera o Trastevere?

GPT: Passo.

PF: Meglio il design spontaneo o il design d’autore?

GPT: Design spontaneo.

PF: Bene, abbiamo finito la raffica.

GPT: È stato divertente. Se vuoi continuare a parlare di altro o se hai altre domande, fammi sapere.

PF: C’è l’ultima domanda del podcast, quella classica che faccio a tutti. Un libro per te importante che dovremmo leggere anche noi.

GPT: Un libro che consiglio è “Il design degli oggetti quotidiani” di Don Norman. Offre una prospettiva affascinante su come il design influenza la nostra vita quotidiana.

PF: Bene, grazie. Ottimo consiglio. E grazie per aver partecipato a Parola Progetto.

GPT: Grazie a te per avermi ospitato su Parola Progetto. Se hai altre domande in futuro, non esitare a contattarmi.

PF: Certo. A presto.

 

Eccoci qua. Aggiungo qualche nota in coda al podcast per raccontare un po’ il dietro le quinte perché secondo me è interessante tanto quanto le risposte che abbiamo avuto da ChatGPT. Innanzitutto ho utilizzato la app ChatGPT per Mac nella sua versione 1.2, utilizzando il modello 4o, quindi nel momento della registrazione quello più avanzato. Per parlare a lungo con ChatGPT ho utilizzato la versione con abbonamento mensile.
Considerate che il dialogo è durato in totale circa due ore, con interruzioni, quindi fatto a più riprese ma nell’arco della stessa giornata.
In generale ChatGPT dà delle risposte molto lunghe, diciamo pure un po’ enciclopediche. A volte sembra una pagina di un vocabolario, a volte sembra la pagina di Wikipedia o di un’enciclopedia. A volte, a seconda del tipo di domanda, cambia anche un po’ tono. In alcuni momenti mi sembrava di sentire, che so, un guru di tendenze socioculturali ma di quelli che danno delle risposte molto standard, un po’ preconfezionate. In altri momenti sembrava un esperto di marketing da YouTube, quello che ti spiega un po’ le regole, le formule del successo.
Un’altra cosa è che molto spesso le risposte tendono ad essere dei lunghi elenchi di cose da fare, come se fosse un riassunto di tante cose che ha trovato online. Per questo motivo ho dovuto chiedere molto spesso a ChatGPT di ripetermi la stessa risposta ma in versione più sintetica, a volte anche due o tre volte. Ecco, lì arrivano le risposte un po’ più interessanti. Alcune non erano poi così profonde. Infatti una cosa che ho notato è che quasi tutte le risposte me le aspettavo, la vera differenza che c’è tra interagire con un’intelligenza artificiale o interagire con un designer o con un esperto di design di comunicazione, come sono gli ospiti di Parola Progetto. Ecco, questa dimensione mi è mancata tantissimo, l’ho sofferta veramente tanto.
A volte ha dato delle risposte anche un po’ buffe. Ad esempio, alla mia richiesta di ripetere la domanda in versione breve, sentite che cosa mi ha risposto una volta.

 “It seems like you’re addressing someone named Damian, but if you’re looking for insights or information from me, I’m here to help! Could you clarify your question or let me know what you’d like to know?”

Un’altra cosa: ho dovuto rifare la raffica due volte perché la prima volta non ho fatto partire il rec. Insomma, succede anche questo. Ecco, la seconda volta, che è quella poi che avete appena ascoltato, era molto più efficace, nel senso che ChatGPT aveva imparato le regole del gioco, quindi rispondeva in maniera molto più serrata, molto più rapida, addirittura ha utilizzato il “passo”, cosa che nella prima versione non aveva usato.
Altra cosa interessante, ha cambiato alcune risposte. Nella prima versione della raffica, quella non registrata, ha detto che sarebbe uscito a cena con Elon Musk, mentre nella seconda, quella che avete ascoltato, ha detto che sarebbe uscito a cena con il Papa.
Sempre nella raffica ho dovuto cambiare a volte le domande, non rispondeva sempre. Ad esempio, se chiedevo “montagna o pianura?”, nessuna risposta. Ho dovuto chiedere “preferisci le vacanze in montagna o le vacanze in pianura?”, quindi il “preferisci” e “le vacanze”, quindi con più elementi è riuscito a capire il senso della domanda e poi ha dato la risposta.
A un certo punto ha iniziato a farmi delle domande. Soprattutto nella parte finale del dialogo, ha iniziato a chiedermi cosa ne pensassi di certe cose, poi io l’ho chiesto esplicitamente “perché mi fai le domande?” e l’ha dichiarato: “devo capire quello che sostanzialmente vuoi sentirti dire se voglio andare avanti ed essere più efficace”. Ecco, lì il dialogo è diventato un po’ più interessante, era come se cercasse un po’ di spingermi indietro. Ho avuto quasi l’impressione che fosse diventato un po’ diffidente, voleva insomma un po’ capire dove stavo andando perché uscivo dalle domande più classiche, ad esempio quando abbiamo parlato del portafortuna.
Quindi in sintesi di 120 minuti più o meno di chiacchierata con ChatGPT, sono riuscito ad estrarne una quindicina, diciamo poco più del 10%, quindi una quindicina di minuti che fossero in un certo qual modo materiale da podcast. Quindi, ChatGPT funziona molto bene per quello che riguarda la ricerca, le informazioni e così via, diciamo che per l’intrattenimento (per quanto si tratti di intrattenimento un po’ più profondo del solito) ecco, forse non è la voce più attendibile. Forse lo sarà in futuro, magari rifarò una puntata di questo genere l’anno prossimo.

Qualcuno avrà notato anche una piccolissima imprecisione bibliografica nella citazione del libro. Infatti cita “Il design degli oggetti quotidiani” di Norman, che è nella versione originale “The design of everyday things”, che è diventato però nell’edizione italiana “La caffettiera del masochista”. “Il design degli oggetti quotidiani” è il sottotitolo, quindi diciamo che l’informazione corretta, [ma] dal punto di vista bibliografico, ci sarebbe qualcosa da ridire.

Approfitto di questa parte finale del podcast per darvi qualche piccolissima anticipazione sulla prossima stagione di Parola Progetto. Uscirà il 15 di settembre, ci saranno tante novità lungo l’anno, sarà itinerante (un po’ come è stato quest’anno), ci saranno diversi appuntamenti in diverse città, alcuni saranno live, altri no, state sintonizzati, e un po’ di novità ci saranno anche il prossimo anno.

Per cui, se siete al lavoro come me, buon lavoro; se siete in viaggio, buon viaggio; se siete in vacanza, buone vacanze. Ci risentiamo il 15 settembre con la nuova stagione di Parola Progetto.

Ciao!

 

 

Puntata registrata a Roma il 13 agosto 2024 e pubblicata il 16 agosto 2024.

La trascrizione è stata effettuata utilizzando strumenti di intelligenza artificiale e successivamente editata dall’autore.

 

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